Il Sessantotto, l’età dell’oro

Nel 1968 avevo tredici anni, troppo pochi per capirci qualcosa, ma abbastanza per cogliere che qualcosa stava cambiando. Intanto erano i tempi in cui Tirano si era trasformata nella capitale valtellinese del contrabbando con il Casermone, già sede del leggendario V Alpini, occupato dai “sgarbasach” della Finanza e tutto quel movimento di padri di famiglia e di giovani scapestrati che ruotava attorno alla movimentazione di caffé e sigarette attraverso il confine. Erano gli anni della “carga”. Per me fu anche un periodo di full immersion nella musica, cominciai a suonare la chitarra, che era lo strumento principe del rock, e da allora questa passione non mi ha più lasciato. Per uno come me che stava imparando cosa poteva esserci di meglio che partecipare ad un concerto con il chitarrista che allora era il numero uno al mondo? è quello che mi capitò nel ’74.
Mi trovavo in Svizzera a fare una stagione e il 1° di ottobre, anziché rientrare in Italia per iniziare regolarmente l’ultimo anno di ragioneria, feci una tappa a Basilea dove c’era un’occasione imperdibile: Frank Zappa si esibiva in un concerto live. Fu un concerto memorabile.
Tornato a scuola ripresi la mia solita attività: distribuivo volantini e organizzavo, con Piero Farina e altri compagni, i CUB., i comitati unitari di base, dove si discutevano i problemi della selezione, “di merito e di censo”, quelli dei trasporti e delle mense scolastiche. In quegli anni non esistevano scuole superiori nei paesi e per studiare bisognava andare a Sondrio e questo fatto concentrava una grossa popolazione studentesca nel capoluogo con la conseguenza che alle manifestazioni partecipava spesso un considerevole numero di ragazzi. Un’idea forte che veniva avanti era il diritto allo studio e questo diritto doveva essere garantito soprattutto per i figli delle classi meno abbienti, gli operai e i contadini. Era necessario rimuovere tutte le cause economiche che impedivano la realizzazione di tale diritto, per cui era fondamentale la lotta per le mense a scuola, per un sistema di trasporti efficiente e a tariffe agevolate, ma non solo: altrettanto dura era la battaglia contro la selezione di merito, dove, si sosteneva, si celava l’ideologia del potere. E poi c’erano le grandi manifestazioni contro il fascismo, come quella contro il caporione del MSI Almirante in occasione della sua venuta a Sondrio, e quelle per ricordare l’anniversario di piazza Fontana che si tenevano ogni anno intorno al 12 dicembre, data della strage. 

Il mio impegno politico era però cominciato a Tirano alcuni anni prima, risaliva al 1970, anno in cui cominciai a frequentare il GAD (Gruppo di azione democratica), che era composto da studenti, universitari e medi, professori e qualche operaio. Ci si ritrovava in una sede situata nell’allora piazzale Trombini, con una piccola libreria e con un ciclostile per la stampa dei volantini e documenti di controinformazione. Il dibattito ed il confronto interno venivano arricchiti dalle novità che gli studenti universitari portavano da Milano. Il ruolo principale del gruppo era costituito dalla denuncia e dalla controinformazione sui temi internazionali, come la guerra del Vietnam, e nazionali, ma anche su quelli locali come i problemi degli operai della Cartiera di Tirano, che all’inizio degli anni ’70 furono impegnati in una dura lotta contro la chiusura della fabbrica: la società proprietaria fallì alla fine del ’71, ma poi un anno dopo il lavoro riprese dopo il subentro del gruppo Fabbri. Sulla vicenda della Cartiera il
GAD redasse un “libro bianco” di denuncia. Un’altra iniziativa fu presa da alcuni insegnanti che orbitavano attorno al GAD e che organizzarono dei corsi serali gratuiti per i lavoratori, finalizzati al conseguimento della licenza media. Questo fatto costituiva per Tirano una novità assoluta, molti furono i partecipanti e praticamente tutti ottennero il diploma della scuola media. Nel GAD c’erano posizioni diverse, alcuni facevano riferimento alla sinistra tradizionale, altri simpatizzavano per le posizioni extraparlamentari, però tutti ci compattavamo quando c’era da lottare contro la DC, partito che in quegli anni dominava a Tirano e in Alta valle. Il suo esponente di maggior rilievo era Lorenzo Maganetti, eletto più volte sindaco, che aveva tra le mani un vero e proprio strapotere politico ed economico. Emblematica fu, da questo punto di vista, quella che io chiamo la cacciata dei Servi di Maria dal Santuario di Tirano. Qui si svelò concretamente la protervia del potere che li sostituì nella gestione della Basilica con un altro gruppo religioso con lo scopo evidente di colpire Camillo de Piaz che era l’esponente più prestigioso dei Serviti e che era avvertito come un nemico della DC per le sue posizioni politiche progressiste, in particolare quelle che prese in occasione del referendum sul divorzio del 1974. Nonostante l’allontanamento dei Serviti determinasse una forte ferita all’interno della comunità tiranese, Maganetti tirò diritto fregandosene di tutte le voci che si erano alzate a loro sostegno.
Questi fatti avvennero più tardi nel 1974 e 1975, dopo che il GAD non c’era già più. A quel tempo militavo in Avanguardia Operaia che a Tirano aveva raggiunto un buon insediamento soprattutto tra i giovani. Lo sviluppo di questa organizzazione a Tirano era legato alla battaglia sui trasporti. Studenti legati ad AO promossero nel dicembre del 1973 un blocco delle corriere con una numerosa partecipazione di manifestanti. In quell’occasione ci fu l’intervento delle forze dell’ordine e vidi gli studenti scappare e i carabinieri rincorrerli. Seguirono denunce per alcuni compagni e amici molto stretti e relativo processo. Ci sentivamo abbastanza forti per partecipare alle elezioni comunali del 1975, ci presentammo come Democrazia proletaria e anch’io fui candidato: prendemmo parecchi voti, ma nessuno di noi fu eletto.
Negli anni seguenti, già dopo il ’76, ma soprattutto negli anni ’80, la tensione politica in generale si andò affievolendo, il clima e la passione politica erano ormai cambiati e ci fu il riflusso, come si diceva allora, nel “privato”. Personalmente feci ancora attività politica: dal 1980 al 1985, fui eletto consigliere comunale come indipendente nella lista del Partito Comunista. Fino a Tangentopoli a Tirano il confronto e lo scontro politico furono ancora con la DC di Maganetti che “regnò” fino al 1990. Per tirare delle conclusioni, il ’68 e gli anni ’70 furono per me una grossa esperienza.
Sotto tutti i punti di vista.