Noi che Volevamo

Siamo un gruppo ormai ben affiatato che vuole ascoltare la voce di tutti per poter finalmente agire ed essere presenti sulla scena. Siamo persone sensibili che si sono ritrovate a condividere lo stesso cammino perché volevamo cambiare il mondo e lungo il percorso ci siamo resi conto che il mondo sta già cambiando rimanendo al contempo lo stesso. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ovviamente, ma abbiamo trovato un punto di equilibrio grazie al nostro grande cuore e alla nostra fiducia nel dialogo e nel confronto reciproco.

Crediamo che questo periodo di quarantena dovuto al Covid abbia messo in luce i limiti e la mancanza di organizzazione di un movimento nato in maniera spontanea, che però non è stato in grado di gestire in modo opportuno le potenzialità dei suoi attivisti. Vogliamo fare tesoro di questa esperienza e portare avanti quelle idee originarie che ci hanno unito e portato a cantare nelle piazze quando ancora non si parlava di mascherine e distanze sociali. Lo vogliamo fare in modo più consapevole e ponendoci degli obbiettivi concreti.

Anche se non è facile iniziare a lavorare in una situazione d’emergenza come questa, noi siamo partiti con un proposito che riteniamo di fondamentale importanza per l’attuale sistema dei mezzi di comunicazione, ossia il contrasto al dilagare delle fake news; notizie falsate e fuorvianti che per aumentare i consensi e la visibilità di qualche volto politico vengono fatte circolare senza sufficiente controllo e, quando non fomentano odio e paura, seminano disinformazione e mettono a rischio l’incolumità delle persone. Chiamiamo quindi al senso di responsabilità tutti gli attori della scena politica e del mondo dell’informazione e da parte nostra ci impegniamo a verificare attentamente le informazioni da fonti ufficiali e attendibili.

Abbiamo anche cercato nel nostro piccolo di promuovere delle azioni concrete per aiutare chi in prima linea sta affrontando questa emergenza: grazie ad alcuni contatti abbiamo messo in comunicazione grosse aziende per recuperare mascherine e attrezzature sanitarie per i medici e gli infermieri dell’ospedale Morelli.

L’entità di questa emergenza sanitaria è di dimensioni epocali e quelli che purtroppo risultano più a rischio sono i nostri genitori e i nostri nonni, sono le persone che teniamo nel cuore e che rappresentano la nostra memoria collettiva. Proprio per loro quindi siamo disposti ad affrontare i sacrifici imposti dalla quarantena e a promuovere una condotta responsabile e sicura nei mesi a venire. Josè Domingo Combi

Deve far male per far bene

 Spesso e volentieri, durante momenti difficili, mia madre mi diceva : “Deve far male per far bene”… Questa frase mi torna continuamente in mente in questi giorni nei quali il Covid-19 mi tiene, salvo necessità, il più lontano possibile dalla mia “normalità”e da molte persone care, lasciandomi spesso solo coi miei pensieri.

“Deve far male per far bene”…

In questo periodo, forse più che in altri momenti, di male se ne sente molto e ci troviamo spesso a rattristarci per qualche brutta notizia ricevuta mentre cerchiamo di far passare le giornate trovando qualcosa da fare.

A volte mi chiedo se abbia ragione chi dice che “non tutto il male vien per nuocere”…

E se, da tutto questo male, cercassimo di ricavarne del bene? Se imparassimo l’importanza di certe cose? Se, con la possibilità di tornare ad uscire di casa, riscoprissimo la bellezza che ci circonda, l’allegria dello stare assieme, la gioia di vivere?

Allora da questo male potremmo uscirne tutti umanamente migliori, per quanto inizialmente “deboli”….

Potremmo ritrovarci a creare un pianeta migliore; un mondo permeato, per esempio, da più umanità, più rispetto per l’ambiente, più giustizia sociale e chissà che altro….

In quel caso, magari, arriveremmo ad un momento nel quale tutti vivremo meglio di prima e potremo ripensare a questo duro periodo come ad un qualcosa di positivo,  una lezione che ci ha fatto crescere.

A quel punto, forse, apriremo gli occhi e ci troveremo di fronte ai nostri nipotini singhiozzanti e, guardandoli negli occhi, con un sorriso (ed il tono di chi la sa lunga) potremmo dire loro “deve far male per far bene”. Giorgio Rocca

LA FENICE CHE è IN NOI

Questo momento difficile per tutti, per l’uomo come Animale Sociale,  è una fase di transizione che va sfruttata. Cogliere l’occasione.

Molte cose non saranno più come prima… C’è chi in poco tempo ha perso i propri cari, il lavoro, le opportunità…questo no, non può passare nell’intimo. Ci sono cose che mancano…manca a me poter abbracciare, stringere le mani alle persone fragili con cui lavoro per potergli dire che andrà tutto bene. Loro che sono persone malate di HIV, in Casa Alloggio del Gabbiano a Tirano…

Persone che hanno la visione della vita forte…loro che sono attaccate alla vita.

I sorrisi quelli ci sono sempre, ma non sempre possono bastare. Manca la possibilità di incontrare gente…collaboratori per fare. Fare qualcosa di concreto per chi ne ha più bisogno. Anche per chi non avrebbe davvero bisogno… dare arricchimento morale e concreto. Questo è il miglior momento per sedersi e riflettere su cosa si potrebbe fare..e fare meglio quello che già si è fatto. Auguro a tutti di trovare la Fenice che c’è dentro ad ognuno.  Sara Bresesti