La Terra è stata contagiata dal Uomovirus, giace ricoverata in terapia intensiva.

E’ stato un lungo periodo di incubazione, trecentomila anni, da quando è comparsa l’ ultima evoluzione del ceppo virale umano: l’ Uomosapiensvirus.

Questa varietà molto resistente, aggressiva e contagiosa, partendo dall’ Africa, ha contagiato tutta la cellula Terra, creando gravi problemi respiratori e febbre alta.

Ci ha messo molto tempo ad essere sintomatica, i virus erano talmente aggressivi che si attaccavano a vicenda,  rallentando il contagio, ma,  per fortuna negli ultimi 75 anni sono riusciti a mettersi d’ accordo, hanno trovato lo scopo comune: vivere e riprodursi appestando la terra e gli uni, gli altri, senza ostacolarsi, o meglio, ostacolandosi, ma, in maniera razionale.

Non l’ ha fatto apposta, fa parte della sua natura, vivere e riprodursi senza preoccuparsi di cio’ che lo circonda, nessuno lo può giudicare colpevole di amare troppo la vita per piegarsi alla noia dell’ accontentarsi.

Quel volere sempre di più, che ha sempre contraddistinto questo ceppo virale, lo ha fatto progredire, lo ha reso onnipotente, invincibile, lo ha reso Dio! O forse no?

In questo inverno caldo, la febbre ha iniziato a salire, gli anticorpi della terra sono stati allertati e hanno colpito il trono dorato su cui si era seduto l’ Uomovirus.

Tutti i ceppi virali hanno caratteristiche comuni, nascono, si riproducono e muoiono, il resto non conta, il resto è solamente un contorno per queste tre funzioni vitali. Ci sono ceppi più o meno sviluppati, più o meno intelligenti, dotati di pensieri, di emozioni, a volte anche di sentimenti, ma il ceppo migliore è quello che sopravvive, quello che non va tanto per il sottile e porta a termine la missione che è scritta nei suoi geni.

Può essere l’ uomo un virus oppure è un accostamento inopportuno?

Nella classificazione biologica dei virus, non viene inserito, però se venissero presi in considerazione, oltre agli aspetti cellulari anche quelli psicologici e sociologici…

Ammesso e concesso che l’ uomo sia un virus, questo sarebbe il più stupido dei ceppi perchè ha un solo paziente da appestare, una volta morto il paziente zero, morirebbe anche il contagio.

Non possiamo rinunciare alla nostra natura di esseri viventi al di sopra di tutto, ma non possiamo nemmeno uccidere il nostro paziente perchè moriremmo noi con lui, quindi converrebbe trovare una via di mezzo virtuosa: dobbiamo patteggiare con la Terra.

Un pochino tocca appestarlo questo pianeta, ma non troppo, il meno possibile;  per quanto a tutti piace fare cio’ che piace, la massima libertà, il massimo dei mezzi economici e delle possibilità, ma siamo in tanti e questo è un lusso per pochi, anzi per nessuno.

Gregorio del Movimento delle sardine di Sondrio