Il Sessantotto del Villaggio

 

Prendete un paese di montagna a 1000 metri vissuto da contadini  poveri, con nessuna possibilità turistica (vedi la vicina Bormio) e nessuna storia antica particolarmente significativa alle spalle (vedi sempre Bormio ma anche Grosio, Grosotto Mazzo di Valtellina Tirano). Attività agricola agropastorale, coltivazione della segale delle patate e poco altro e tanta emigrazione. In questo paesino nasce  Ausonio Zubiani, figlio del segretario comunale. Laureato in medicina a Pavia, militante socialista riformista (Filippo Turati), nel 1894 pubblica sulla rivista socialista Critica Sociale l’articolo Privilegio della salute dove sostiene che esistano due forme di tubercolosi, una dalla quale si può guarire e l’altra senza rimedi possibili: la prima è la tubercolosi che affligge i ricchi, la seconda i poveri. Per questo motivo sogna di costruire un sanatorio popolare destinato alla cura dei meno abbienti. Zubiani non trova i finanziamenti necessari per realizzare un sanatorio pubblico ma quelli sufficienti per realizzarne uno privato collocato all’altezza di 1200 metri in località Sortenna. E’ strutturato per i bagni d’aria e di sole. Diventerà per qualche decennio il più importante sanatorio italiano per ricchi.

La vocazione sanatoriale di Sondalo esplode: dopo Pineta di Sortenna sorgono i sanatori di Abetina e Vallesana e varie case di cura private. La popolazione locale accoglie i sanatori all’inizio con diffidenza legata anche alle paure di contagio  ma poi lentamente la percezione delle possibilità economiche prende il sopravvento. Ma il grande salto che cambierà per sempre la fisionomia del paese sarà la costruzione del Villaggio Sanatoriale, a Sondalo chiamato solo e semplicemente “Il Villaggio”.

Nel 1932 ben 1400 operai giungono a Sondalo, un intero piccolo paese in perfetto stile western viene costruito e dotato di tutto. Ci si deve occupare del lavoro e del tempo libero e per ben sette anni il piccolo paese contadino viene stravolto dal punto di vista demografico, sociale e culturale.

Il secondo grande salto demografico avviene a partire dagli anni ’50,  col passaggio della struttura all’Inps e l’inizio dell’attività sanatoriale. Il Villaggio diventa sanatorio maschile e si arriva ad avere una presenza di più di 2000 malati oltre ai circa 1500 dipendenti. La popolazione cresce fino a 6000 abitanti ma al di là della crescita demografica è la composizione che ne farà sempre di più un paese “atipico” rispetto a tutti gli altri della Valtellina. Lavoratori e malati arrivano da tutta Italia, persone portatrici di altri modi di vita, di visioni meno ristrette, di culture spesso diverse; molti malati dopo la guarigione si fermano  a Sondalo contribuendo ad un incontro culturale sicuramente positivo (come tutte le contaminazioni sociali e culturali). Sondalo diventa una paese a guida socialista/comunista, con un sindacato attivo tra i degenti e i lavoratori del Villaggio. Con una forte e radicata presenza della corrente socialista lombardiana che vedrà il proprio leader Franco Zappa (comandante “Foglia” nella Resistenza) più volte deputato. Più di dieci bar (al di là di quello che si pensa i bar erano un’importante luogo di incontro e circolazione di idee), cinque sale da ballo, quindici sale cinematografiche. La domenica a Sondalo arrivavano giovani  da tutti i paesi vicini, la vita sociale e relazionale  era decisamente aperta se confrontata con lo stile di vita chiuso e clericale dei paesi limitrofi.

In questo contesto che si può definire “effervescente” anche il lungo ’68  ha trovato, a Sondalo,  il suo piccolo/grande spazio. Per lungo ’68 si intende quell’arco di anni che vanno dal 1968 al 1978 e che ha prodotto un ciclo di lotte e cambiamenti radicali nella società italiana. E’ stato una rivolta contro le istituzioni, generazionale e di classe, una rivolta inizialmente contro l’università classista e inadeguata, contro la scuola e il suo sistema educativo basato sulla selezione di classe. E’ stato una rivolta contro la famiglia tradizionale patriarcale, contro la morale, contro la concezione tradizionale della sessualità, contro la cultura in generale e contro i meccanismi disciplinari di controllo sociale, un grande periodo di sperimentazioni personali e collettive in tutti gli ambiti della vita. E a partire dal 1969 un grande movimento contro l’organizzazione capitalistica del lavoro e lo sfruttamento operaio. Il ’68 è stato contemporaneamente una rivoluzione anticapitalista, libertaria, caratterizzata da una apertura internazionale. Ogni piccola lotta locale era  parte della ribellione mondiale.

Nel capodanno del 1969 un gruppo di studenti universitari chiede e ottiene dal sindaco socialista di Sondalo Aldo Bonafoni la disponibilità di una sala comunale per allestire  una grande mostra sulla resistenza vietnamita (con documentazione sull’offensiva del TET) finalizzata alla raccolta di fondi da devolvere al Comitato Vietnam di Milano. Il successo è enorme, nella notte di Capodanno quasi tutto il paese visita la mostra donando una consistente somma. Nel 1970 un gruppo di studenti e lavoratori fonda il Circolo Gramsci di Sondalo. Per più di due anni funzionerà come luogo di dibattito e di formazione politica per quella generazione di giovani donne e uomini che diventeranno il nucleo portante dell’amministrazione comunale fino al 1995. Sarà anche il luogo in cui si cementerà un forte rapporto tra giovani di Sondalo e giovani degenti del Villaggio già politicizzati e portatori di esperienze di lotta fatte in altre parti d’Italia: militanti del Circolo Lenin di Puglia, dei Comitati di base della Pirelli e dell’Alfa Romeo, militanti del PCI siciliano. Sarà questo rapporto a garantire una forte partecipazione alle lotte per la difesa del sanatorio che ci saranno per tutta la prima metà degli anni Settanta. Il lavoro di formazione del Circolo Gramsci produrrà anche un documento Sottosviluppo e occupazione nella provincia di Sondrio pubblicato nell’ottobre del 1972. Ma a Sondalo, in quel periodo, non c’è solo la politica, si diffonde enormemente l’aspetto controculturale. Musica, film, i primi viaggi in India con relativi resoconti, sostanze, sperimentazioni. Il proprietario del cinema e gestore di tutte le altre sale Piero Dagasso aderisce con entusiasmo alle proposte di cineforum con film politici, cinema sudamericano e cinema alternativo nordamericano. Vi sono cicli di film mitici che richiamano gente da tutta l’Alta Valle, la struttura tradizionale del cineforum viene stravolta e ogni proiezione finisce con dibattiti assembleari che toccano tutti i temi sociali da quelli internazionale a quelli locali.

La struttura urbanistica di Sondalo, nel suo sviluppo degli anni ’50 e ’60, perde le connotazioni tipiche del villaggio di montagna e diventa molto simile (in versione ridotta) ai quartieri periferici milanesi; i comportamenti giovanili ricalcano quelli del proletariato giovanile delle grandi città. Studenti universitari, giovani del paese, lavoratori dei sanatori, degenti si scambiano esperienze, cominciano le prime spedizioni collettive ai grandi raduni musicali (Umbria Jazz, Parco Lambro) purtroppo comincia anche a diffondersi l’uso di droghe “pesanti” che diventeranno tra gli anni ’70 e ’80 (gli anni della grande repressione) un vero e proprio flagello.

Ma lo sviluppo impetuoso del paese comincia ad arrestarsi e ad entrare in crisi a partire dai primi anni ’70. Nel mondo vengono messe a punto terapie antibiotiche che consentono la cura della TBC nelle sezioni specifiche di qualsiasi ospedale. Le cure sanatoriali prevedevano ricoveri molto lunghi e costosi non più sostenibili dall’INPS. Nel ’71 inizia la dismissione del Villaggio Morelli di Sondalo che rischia la chiusura definitiva. Inizia un periodo di lotte e di resistenza da parte dei lavoratori, dei degenti e della popolazione. Nel 1970, 1971 e 1973 vi sono varie manifestazioni a difesa del sanatorio che cominciano a evidenziare un primo distacco tra una volontà di lotta più decisa da parte di avanguardie politiche tra i degenti e i lavoratori e le organizzazioni sindacali e i partiti della sinistra riformista (tra cui l’intera giunta comunale di Sondalo). Il culmine delle lotte si ha nel settembre del 1974, la mobilitazione dei lavoratori, dei degenti del Morelli e della popolazione sfocia nel blocco della statale 36. La partecipazione è altissima, il secondo giorno di blocco la polizia carica con lacrimogeni e sgombra il blocco stradale procedendo ad alcuni arresti. Un enorme corteo si forma per le strade del paese dove si tiene una infuocata assemblea nella sala del cinema Rio. Brillano per la loro assenza le organizzazioni sindacali e i rappresentati dei partiti della sinistra al potere nel paese. Nel Comitato di gestione della lotta, formatosi spontaneamente, si discute sulle modalità di continuazione e di sbocco politico alla mobilitazione. Il giorno successivo viene presentato in Consiglio comunale un documento in cui si chiede l’adesione alla mobilitazione ed una serie di garanzie per occupazione e degenza. Il Consiglio si dissocia dalla mobilitazione, nella persona del Sindaco attacca violentemente il Comitato di Lotta paragonandolo alla mobilitazione fascista di Reggio Calabria e ratificando definitivamente la rottura nei confronti delle istanze radicali. L’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale in alternativa a quello proposto dal movimento contiene una serie di punti: la protesta per il metodo usato dalla polizia, la richiesta della liberazione degli arrestati, l’auspicio della fine del blocco della portineria da parte dei degenti, l’invito a lavorare per una soluzione democratica, il richiamo al senso di responsabilità e la denuncia del ruolo giocato dagli elementi eversivi.

Grazie “all’invito alla responsabilità e all’emarginazione degli eversivi” come sia andata a finire è sotto gli occhi di tutti. Chiusura o diverso utilizzo per i sanatori di Pineta di Sortenna, Vallesana e Abetina, ridimensionamento radicale del Villaggio sanatoriale Morelli e fine dello sviluppo occupazionale e demografico di Sondalo. Il lungo ’68 è comunque continuato anche negli anni ’70. Si è formato a Sondalo un gruppo di giovani che faceva riferimento a Rosso Autonomia Operaia. Il gruppo ha continuato nell’opera di formazione politico-culturale, altri hanno subito l’influenza a volte tragica delle esperienze alternative e dell’uso delle droghe, altri ancora hanno fatto la scelta istituzionale e hanno contribuito al governo del paese per molti anni. La funzione politica di questo gruppo, spesso assieme ad altri affini formatisi nei paesi vicini, è comunque diventata dipendente da Milano, seppure  con attività molto importanti anche se quasi esclusivamente di carattere logistico. Ancora fino alla fine degli anni ’70 la lunga influenza del ’68 ha garantito a Sondalo un’ attività culturale di grande interesse, nei concerti musicali organizzati dagli storici “Amici della Musica”, nei molti cicli di film e nello stile di vita apertamente comunitario e di grande condivisione di esperienze.